Pier Luigi Nimis, Consolata Siniscalco, Guido Teppa
Conoscere e riconoscere gli alberi dell’Orto Botanico di Torino
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Pier Luigi Nimis, Consolata Siniscalco, Guido Teppa
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Foto di Andrea Moro
L’Orto Botanico dell’Università di Torino, che oggi è parte integrante del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, è stato fondato nel 1729 con lo scopo primario di studiare e far conoscere le piante utili nella pratica terapeutica. Alla sua fondazione le piante erbacee e in particolare quelle utilizzate come medicinali e officinali erano la maggioranza, mentre a partire dalla seconda metà del ‘700 vennero coltivate, accanto a specie autoctone, anche nuove specie esotiche, erbacee, arbustive e anche arboree che venivano via via introdotte in Europa come ornamentali. Allo scopo di incrementare le collezioni dell’Orto, nel 1796, Vittorio Amedeo III donò all’Università un ulteriore appezzamento di circa 2 ettari, adiacente al giardino, che venne utilizzato come arboreto solo a partire dal 1834. Questa parte dell’Orto Botanico fu strutturata secondo i criteri del giardino romantico all’inglese, con colline e avvallamenti creati artificialmente per ricreare un ambiente simile a quello di un bosco naturale.
Oggi nell’Orto Botanico sono presenti circa 210 specie arboree, sia facenti parte della flora nativa italiana, sia esotiche, ossia provenienti da paesi lontani. Un numero così elevato di alberi permette di individuare una grande varietà di forme e colori attraverso l’osservazione di foglie, fiori e frutti. Molte migliaia di persone visitano ogni anno l’Orto Botanico, fra cui molti studenti di età diverse che si avvicinano al fantastico mondo delle piante e ne osservano gli stadi di sviluppo che si ripetono ogni anno con variazioni stagionali legate agli eventi climatici. La guida interattiva che viene proposta in rete ma soprattutto per smartphone e tablet è uno strumento semplice e nello stesso tempo completo, che consente a studenti e non di avvicinarsi alla conoscenza degli alberi osservandone l’aspetto generale, la morfologia delle foglie, dei fiori e dei frutti.
La guida consente inoltre l’attribuzione di un nome scientifico alle varie specie, permettendo così di acquisire familiarità con il mondo della classificazione e della nomenclatura che finora era riservato agli specialisti. Per ogni specie arborea vengono proposte una scheda con molte fotografie riguardanti le diverse parti della pianta nelle varie stagioni e indicazioni sulla sua origine geografica, sul periodo in cui è stata introdotta nell’Orto Botanico torinese e sugli usi forestali od ornamentali. Vengono altresì fornite informazioni sulla presenza della specie nel verde pubblico della città di Torino e sulle caratteristiche dell’individuo presente nell’Orto Botanico che permettono di inserirlo fra gli alberi monumentali. Infatti alcuni individui piantati nei primi decenni dell’800 nell’arboreto sono ancora presenti e in buone condizioni e sono caratterizzati, oltre che da diametri notevoli, da una serie di altri caratteri che costituiscono i parametri essenziali della ‘monumentalità’. Come esempio si possono citare alcuni faggi con diametro di circa 1 metro, il platano e il pioppo (circa 150 cm), la farnia (oltre 1 m), la ginko (diametro di 90 cm), il liriodendro (di 120 cm) e il tiglio (130 cm).
La guida interattiva verrà utilizzata principalmente sotto il controllo e la supervisione di personale esperto nella conoscenza delle piante, in occasione delle visite didattiche ma può essere anche scaricata dal sito dell’Orto Botanico (www.ortobotanico.unito.it).
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